Il viaggio di ripasso del mondo dei numeri e del sistema di numerazione decimale inizia con la lettura del testo di Anna Cerasoli “La grande invenzione di Bubal”.

Bubal è una pastorella preistorica che trova un modo per contare utilizzando le mani.

Iniziamo a riflettere sul percorso logico che ha portato alla più grande invenzione della Storia.

I bambini prendono coscienza dall’affermazione che…le grandi invenzioni nascono da un’esigenza, da un bisogno…

Leggiamo la storia e verbalizziamo…QUAL E’ IL BISOGNO DI BUBAL?

Bubal deve sapere quante sono le pecore

Con i bambini analizziamo le soluzioni adottate da Bubal e quelle che Bubal poteva escogitare…e rileviamo il perchè non possono essere efficaci:

-tenere le pecore nel recinto…ma i belati delle pecore affamate diventano assordanti;

-dare un nome ad ogni pecora…ma le pecore sono tantissime ed è quasi impossibile ricordare tutti i nomi;

-esce una sola pecora, bruca l’erba, rientra e poi ne esce un’altra…ma così non basta un giorno per sfamare tutte le pecore;

-Bubal può raccogliere e portare l’erba nel recinto per le pecore o costruire un altro recinto dove portare il gregge a pascolare…ma questo richiede grandi energie e tempo.

Quindi qual è LA SOLUZIONE DI BUBAL? QUAL E’ LA GRANDE INVENZIONE DELLA STORIA?

Bubal fa uscire le pecore a gruppetti pari alle dita di una mano o di due mani e ogni volta fa un segno sul muro…cioè inventa i primi segni per indicare la quantità.

UN PO’ DI STORIA…CONTARE CON LE DITA

Gli storici sono concordi nel ritenere che il sistema del contare usando le dita, e quindi la pratica del contare per cinque o per dieci, sia venuta più tardi del contare per due o per tre.

Mucchi di pietre erano il primitivo mezzo per conservare e comunicare informazioni numeriche, poi risultò più comodo registrare i numeri incidendo tacche su bastoni o su ossa.

L’uso delle mani e l’aiutarsi con le dita fece prevalere il calcolo per dieci. Ebbe così origine una prima forma di aritmetica.

L’ATTIVITA’ CONTINUA CON BUBAL

I bambini si divertono ad indicare i numeri con i simboli di Bubal, i NUMERI ROMANI, come sono denominati oggi.

UN PO’ DI STORIA…MA CHI HA INVENTATO I NUMERI CHE USIAMO OGGI?

Con i bambini ci chiediamo…MA GLI ALTRI POPOLI ANTICHI QUALI MODI DI SCRIVERE I NUMERI USAVANO?

Osserviamo in tabella i modi che utilizzavano alcuni popoli antichi per scrivere i numeri.

Rileviamo somiglianze e differenze.

…le cifre dei nostri numeri e quelle Arabe sono molto simili….il mondo arabo è l’unico ad avere la cifra dello zero.

ANCORA UN PO’ DI STORIA…

Con l’invenzione dello zero, gli indiani completarono la serie dei segni utili a registrare in cifre qualsiasi numero.

Fu un arabo però, un certo MOHAMMED IBN-MUSA AL-KHUWARIZMI, che descrisse minuziosamente il sistema di numerazione a cifre indiane (cioè il nostro). Ecco perchè nacque l’errata convinzione che il metodo delle dieci cifre fosse stato inventato dagli arabi. I numeri arabi risultano composti dalle nove “figure indiane” 1-2-3-4-5-6-7-8-9 oltre le quali bisogna tener conto anche del segno 0 (zero) denominato in arabo sifr e tradotto in italiano “zefiro”, da cui derivò il termine zero. Da sifr e dalle sue varianti è derivata anche la parola cifra. Infatti, in portoghese, cifra significa sia “zero” che “segno di numerazione

FU UN VERO SUCCESSO!

Piacque agli Arabi. I mercanti veneziani, pisani e genovesi constatarono che gli Arabi erano più abili di loro nel fare i conti e nel registrare la quantità di denaro. Le cosidette cifre arabe, cioè quelle che usiamo ancora oggi, si rivelarono subito molto più pratiche di quelle romane; i calcoli risultavano più semplici di quelli che si potevano eseguire con gli antichi abaci. Incuriositi gli studiosi interrogarono i soldati, i pellegrini e gli addetti alle ambasciate di ritorno dal Levante e anche dalla Spagna.

LEONARDO PISANO, DETTO FIBONACCI

Chi descrisse però dettagliatamente il metodo delle dieci cifre arabe in un’opera chiamata Liber abbaci, fu un certo Leonardo, detto Fibonacci perchè “figlio di Bonaccio“, un commerciante pisano, che lo diffuse in Italia e in Europa.

Questo nuovo metodo non fu subito accettato. Ma l’estendersi dei traffici commerciali e la maggiore praticità del nuovo sistema vinsero le residue resistenze: le città istituirono scuole di abaco dove si insegnava la nuova numerazione e nel Quattrocento il sistema posizionale decimale soppiantò definitivamente la numerazione romana.

L’attività continua parlando di cifre e di numeri

MATERIALE UTILE…